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FINALI MONDIALI FERRARI 2017 al Circuito del Mugello: settant’anni di passione per le Rosse.

//autoAVIO.eu © by Fabrizio Pagotto & Umberto Buoro #Racetrack Studio

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A poche settimane dall’evento FINALI MONDIALI FERRARI riceviamo dalla direzione del Circuito del Mugello l’accredito stampa che ci permetterà di vivere da vicino quello che si preannuncia come l’evento Ferrari più bello del decennio. In collaborazione con SCUDERIA FERRARI CLUB PIAVE, leader tra i Clubs mondiali Ferrari per maggior numero di soci membri iscritti, raggiungiamo la domenica mattina il circuito del Mugello, il nostro obbiettivo sarà carpire la vera essenza Ferrari che si esprime al meglio proprio quando è in pista. Dopo un’accurata visita alle ricchissime aree espositive con il meglio della produzione Ferrari di tutti i tempi, la prima cosa da fare è buttarsi subito ai box per osservare i preparativi alla gara, calarsi idealmente con i piloti dentro agli angusti abitacoli e perdersi tra le decine di bottoni che colorano volanti e consolle. La tensione è palpabile, d’altro canto si tratta dell’ultima gara del campionato e tutti vogliono dare il meglio di sé. I meccanici effettuano gli ultimi controlli mentre gli ingegneri discutono davanti ai pc dai quali si vedono sfilze di dati da analizzare. Il clima è cupo perché non c’è molta luce dentro ai box, le serrande sono abbassate e dai piccoli vetri si intravede il pubblico impaziente, dei piloti nemmeno l’ombra però notiamo sopra ai sedili guanti e caschi variopinti. Attraversando il lungo corridoio contiamo decine e decine di coloratissime 488 Challenge, il nostro sguardo cade sulle ferite da gara ben presenti su portiere e passaruota perché si sa che gli iscritti sono tanti e nessuno risparmia nulla pur arrivare a tagliare il traguarda per primo. Percorrendo i box ci aspetta una lunga carrellata di belve a quattroruote con 599XX EVO e XXK dai mille colori, concludiamo la nostra rassegna con un paio di FXX che sappiamo quanta cattiveria celino sotto i cofani, è l’indigena primordiale con il DNA della Enzo modificato, colei che diede vita a tutta la serie di auto laboratorio dal nome XX, incute rispetto e timore come è giusto che sia.  I meccanici stanno terminando di montare le gomme, serrando i bulloni e controllando la pressione. Ad una decina di minuti dallo start ecco che i piloti fanno il loro ingresso, in pochi istanti sono nell’abitacolo e noi al momento dell’alzata delle serrande siamo al fianco delle Formula Uno che con un fragore degno della miglior scuola Ferrari ci incantano sempre come se fosse la prima volta; sono tantissime e vederle tutte assieme ci fa rivivere decine e decine di Gran Premi vissuti in pista o davanti al televisore. Numerose sfilano sulla pitlane e la gara inizia immediatamente, ad ogni passaggio il pubblico esulta consapevole che sicuramente sul podio oggi arriverà una Ferrari. Con le 488 Challenge decidiamo di cambiare prospettiva guardando il mondo dal punto di vista dei piloti; le auto sono schierate nella griglia di partenza, i motori accesi e le portiere sono aperte perché la temperatura nell’abitacolo si fa insopportabile. Se pur la concentrazione in questi momenti sia massima, gli occhi del pilota non possono non notare con piacere gli spalti gremiti di gente con bandiere e striscioni. Nemmeno il tempo di lasciare la pista e il gruppo è già nella bagarre della partenza, dopo alcuni giri le auto si sono già distanziate e la nostra agguerrita Manuela Ghostner è in terza posizione, a pochi giri dalla fine viene però tamponata e perde alcune posizioni, nonostante il drive flow imposto al pilota che l’ha colpita, non riesce più a recuperare mancando il tanto meritato posto sul podio; delusione e rabbia per un’occasione persa, le gare sono anche questo e l’importante è ritrovare la carica e la concentrazione per proiettarsi verso una nuova stagione di competizioni. E’ il momento delle XX che sfrecciano velocissime sul rettilineo del traguardo, le scalate violente accompagnano il fragore dei botti con ampie fiammate, all’uscita dalle curve pochissimi millisecondi separano una cambiata dalla successiva, è la massima tecnologia della Formula Uno sviluppata su un’auto a ruote coperte, da qui tutto il know-how che ritroviamo sulle Ferrari stradali di serie. Ma il momento più atteso è quello dedicato alle Formula Uno Clienti che ti trasporta indietro negli anni rievocando momenti epici, un brivido mi percorre la pelle quando la 312 B3 di Niki Lauda liberata dal suo box si butta in pit lane borbottando e una volta in pista scatena il V12 come nessuna riesce a fare, e che dire del pit stop della F1 2000 numero 3, campione del mondo nel 2000 con Michael Schumacher,  ferma davanti ai nostri occhi increduli con i meccanici che intervengono sulle regolazioni dei flap per rispondere alle richieste del pilota. Nel pomeriggio, al termine delle gare, tre formula Uno capeggiate da Giancarlo Fisichella si cimentano in uno spettacolo a ruote fumanti con bournout e incroci mozzafiato, l’arma della Folgore con i suoi paracadutisti colora il cielo con il tricolore portando sino in pista le bandiere dell’Italia e del Cavallino Rampante. Schierate tutte le Ferrari sulla griglia di partenza arriva la capostipite 125 a ricordare le origini e quanto è stato fatto in questi settant’anni ricchi di successi ma anche di sofferenze e bocconi amari. La festa è finita e noi ci portiamo a casa anche un paio di gomme challenge a testa per ricordare una giornata memorabile che rimarrà scritta negli annali della Ferrari e impressa nei ricordi di tifosi e appassionati.

Fabrizio Pagotto per AUTOAVIO.EU

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