top of page
DSC_4071.JPG
DSC_3940.JPG

MINARDI DAY 2018: LA SCELTA DEL CUORE.

//autoAVIO.eu © by Fabrizio Pagotto

​

Sabato 05 maggio ore 16:58 PM, circuito Dino ed Enzo Ferrari di Imola, tempo variabile a tratti soleggiato, pista asciutta, vento debole, Giulia Quadrifoglio pronta a scendere in pista per il test drive che avevamo prenotato. Ore 16:59 casco in testa ben allacciato, ore 17:00 start test drive Alfa Romeo.  Usciamo dai box attraversando mezza pit lane fino al semaforo verde per poi immetterci nel circuito, il cambio al volante spara la sua sequenza micidiale proiettando l'auto in avanti sotto la spinta dei suoi ben 510 cv, il V6 biturbo fa il suo dovere ma di fronte a noi c'è una meravigliosa Ferrari 250 Testarossa degli anni '60 che è impegnata nell'affrontare la curva del Tamburello, frenata da far uscire le orbite degli occhi ed ecco che il gentleman driver al volante di questa meraviglia d'altri tempi ci da strada per poi riprendere come noi il suo  giro di pista. Giù tutto il gas per buttarsi nella Tosa con leggera una correzione dello sterzo e dalle ruote esce un gran fracasso causato dai cordoli, di nuovo gas spalancato verso la Piratella dove l’auto si scompone intraversandosi e le gomme stridono incessantemente, davanti a noi l’inquietante salita alla collina che non ti permette di vedere nulla finché poi ti ritrovi all’improvviso ad affrontare le impegnative ma bellissime Acque Minerali, variante alta a tutta velocità e infine la Rivazza. Rientriamo soddisfatti con la Ferrari che ci segue, si è comportata egregiamente sfiorando i micidiali cordoli tricolore e buttandosi veloce tra i rettilinei e i fantastici sali-scendi della pista del Santerno. Scendiamo a salutare e conoscere il proprietario che, accompagnato dalla sua signora ed entrambi rigorosamente con casco d'epoca ed occhialini da corsa, ci chiede il nostro parere sul suo stile di guida. Ne nasce un simpatico dibattito su come quell'auto fosse nata addirittura berlinetta e solo qualche anno dopo, per volere dell'allora proprietario, convertita in barchetta Testarossa giunta fino ai giorni nostri sotto questa veste. Il simpatico ed elegante signore, con un pronunciato accento siciliano, ci racconta come un tempo Ferrari costruisse i telai delle serie 250 tutti uguali e fossero poi, a discrezione dei clienti, le carrozzerie convenzionate a vestirli con le varie versioni. La discussione si fa più accesa quando ci spiega la diatriba nata con l'attuale amministrazione Ferrari che non riconosce questa macchina come 250 Testarossa originale in quanto non c’è corrispondenza tra il numero del telaio e quello della scocca. Che differenza può fare sapere che la tua auto vale solo 25 milioni di euro quando il tuo unico interesse è quello di farla correre in pista sul filo dei 200 all'ora godendo della musica prodotta da quel fantastico dodici cilindri: davvero nessuna! Ed è così che il nostro fantastico Minardi Day ha inizio, un week end pieno di sorprese ed emozioni come quella di poter spingere a mano una creatura plasmata dai vecchi batti lamiera fin dentro al suo box, e rimanere poi soli fino al tramonto ad ammirarla in maniera intima e personale, lontano dai rumori della pistaascoltando la sua storia in religioso silenzio.La notte in un hotel di Imola scorre veloce perché la nostra sveglia è puntata all'alba: il sonno è accompagnato da immagini in pista di noi che impugniamo il piccolo volante di una angusta monoposto degli anni ottanta in un clima che odora di benzina e gomma bruciata. Ore 07:30 colazione in hotel a fianco dei meccanici Lotus, assaporiamo già il profumo delle corse di un tempo, il richiamo della pista è forte perché oggi gireranno le Formula 1 vecchia scuola dove l'uomo si sostituisce all'elettronica ed è il pilota a fare la differenza, ma soprattutto verrà fuori il lato più umano di questo sport con la possibilità del pubblico di stare ai box, di toccare con mano le auto da corsa e di poter parlare con i loro proprietari per condividere storie ed emozioni. Minardi Day è questo e molto di più con la possibilità di scendere in pista su una vera Formula 1 Coloni biposto per provare le emozioni che solo un'auto di questo genere può dare. Raggiungiamo prestissimo l'autodromo che gode ancora di quel silenzio surreale che poco si addice ad un luogo di corse automobilistiche, ma noi abbiamo appuntamento con Andrea Levy presidente del Parco Valentino di Torino e proprietario di una meravigliosa Dallara stradale gialla. Lo scopo dell'incontro è provare le sensazioni che quest'auto trasmette quando si trova nel suo habitat naturale: la pista. Con il suo motore Ford Eco Boost da 400 cv vestito di un telaio ed una scocca interamente in fibra di carbonio, Dallara stradale è frutto di un'idea geniale dell'Ingegner Gian PaoloDallara che con il suo Team ha pensato ad unagran turismo due posti cambio manuale che ben apprezza i velocissimi cambi di direzione del circuito, la sensazione del vento fortissimo che quasi ti toglie il casco poi, potrebbe avvicinarsi a ciò che provano i piloti di Formula 1, con le curve incollata all'asfalto ed una accelerazione bruciante grazie al peso contenuto in soli 855 kg! La vera soddisfazione poi è uscire dalla pista con le gomme fumanti e dirigersi subito fuori dell'autodromo in centro città per fare rifornimento alla 100 ottani: DALLARA stradale un'auto davvero sorprendente. Ma la festa continua ai box con i nostri amici proprietari delle Formula Uno intenti a preparare le auto per la prima sessione del mattino, dopo un caffè in compagnia la concentrazione e l'impegno scendono assieme ai loro piloti negli abitacoli, l'ingegnere a fianco della Minardi F1 da le ultime indicazioni al pilota mentre un riscaldatore prepara il motore caldo per avere da subito la massima resa. Semaforo verde, la pista è aperta! Con un segno circolare della mano il giovane pilota fa segno al meccanico di mettere in moto, tre tentativi a vuoto epoi il boato che risveglia l'intero box in un concerto infernale con scoppi e fiammate. Ed è con questo clima di euforia che una ad una le monoposto si buttano in pista per una serie di giri; al rientro una bella bottiglia di vino aspetta il team che brinda usando l'alettone come tavolo e le grosse gomme come sedia. E' la "nostra" Formula 1 maccheronica che vince sull'ipocrisia di uno sport blindato come siamo abituati a viverlo oggi, una Formula 1 a misura d'uomo e per la famiglia che riesce a richiamare anche i più giovani alla scoperta delle origini più pure e selvagge di questo fantastico sport. Minardi Day 3.0 si avvia alla sua conclusione non prima di aver salutato il pilota della Mercedes Formula 1 ValtteriBottasospite d'onore che se ne va col suo elicottero privato. Ma c'è ancora tempo prima del tramonto e dai box escono le più belle monoposto Ferrari di sempre con 321 B di Jacky Ickx, 312 B3 SPAZZANEVE di Arturo Merzario, 641 di Alain Prost, 126 CK di Michele Alboreto seguite dalle Minardi Formula 1 che scrissero le più belle pagine della storia della Formula 1 degli anni '80 e '90. Stanchissimi ma soddisfatti riponiamo cavalletti e macchine fotografiche, è stato un week end fantastico fatto di emozioni fuori e dentro la pista, due giornate vissute a fianco a fianco dei meccanici e a bordo di auto dalle prestazioni esasperate con piloti professionisti. Minardi Day ancora una volta ha centrato nel segno regalando emozioni senza tempo e a portata di tutti. Chi ama le corse non può non scegliere che il Minardi Day perché al cuore e alla passione non si comanda!

Fabrizio Pagotto per AUTOAVIO.EU

20180505_160256.jpg
DSC_4040.JPG
HistoricMinardiDay2018.jpg
bottom of page