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SENNA PER SEMPRE. (Articolo e foto di Fabrizio Pagotto per www.autoavio.eu). 

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Arriviamo in autodromo il venerdì di buonora, la sicurezza è già al suo posto e i ragazzi ci fanno varcare rapidamente i cancelli d’ingresso. Non riusciamo a nascondere dai nostri volti una certa determinazione mista a tensione, abbiamo tutti la consapevolezza che questo non sarà il solito Gran Premio di Formula 1.

Il circuito del Santerno è pronto ad accogliere la massima formula aprendo il sipario sul circus dei colori e del clamore. Tra poche ore migliaia di tifosi invaderanno ogni centimetro di terra calpestabile sventolando bandiere e inneggiano cori.

Ora però ci ritroviamo incredibilmente tutti qui, trent’anni dopo quel maledetto fine settimana di maggio. Il fato ci strappò i ragazzi con una violenza tale che non ce ne siamo mai fatta una ragione.

Quella appena passata è stata una notte di tempesta, ora però timidi raggi di sole accarezzano il volto chino della statua di Ayrton. Sventolano i ricordi assieme ad una bandiera del Brasile appesa alla curva del Tamburello. E’ un pellegrinaggio continuo di gente. Ognuno di noi in quel luogo lascia qualcosa, una preghiera, un fiore, una lacrima.

Il sabato mattina, mentre le Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz stanno concludendo le sessioni delle prove libere, noi siamo in compagnia dei meccanici addetti alla preparazione niente meno che della McLaren MP4-8 che fu guidata da Ayrton Senna. La monoposto vinse nel 1993 il Gran Premio di Montecarlo e quello di Donington Park sotto al diluvio, precedendo le Williams di Demon Hill e ad Alan Prost. Quando Senna fu intervistato in merito alla gara sotto l’acqua e con le gomme slick dichiarò <<E’ stata una gara come ai miei vecchi tempi: con il cuore. (…) Dio è grande. Grande e potente e quando Lui vuole, nessuno può dire niente di diverso>>.

Di fronte ad un caffè scambiamo considerazioni sulla meccanica raffinata di questa monoposto e di quanto fosse proiettata tecnologicamente avanti per quell’epoca, pensiamo ad esempio alla soluzione geniale delle sospensioni attive. Ma come si fa a lavorare sereni su un’icona di questo calibro? Sicuramente con molta esperienza e professionalità, la stessa che il pluricampione del mondo Sebastian Vettel userà durante i giri di pista in onore di Ayrton e Roland.

Il momento è davvero solenne, e la folla si accalca davanti alle barriere. Il telo viene fatto scivolare via ed appare la monoposto in tutta la sua bellezza. Sulle fiancate si legge “SENNA PER SEMPRE” e sul musetto è stato stilizzato il volto di Ayrton.

Dopo che i meccanici hanno avviato la procedura di partenza, l’ingegnere addetto calatosi nella monoposto, fa il segno della messa in moto roteando la mano alzata. Il motore compie alcuni giri a vuoto spegnendosi, l’aria si riempie dell’odore acre del combustibile incombusto. Ora il pubblico è in silenzio. L’ingegnere comunica con l’addetto ai computers nei quali vengono digitati dei dati. Per la seconda volta vediamo roteare in aria la mano, e questa volta è l’apoteosi! Il potente V8 si risveglia improvvisamente facendo vibrare tutta la struttura sovrastante, pesanti affondi di acceleratore scuotono i presenti che tentano di proteggere i timpani con le mani, l’aria incendiata da lunghe lingue di fuoco che escono dagli scarichi fa lacrimare gli occhi, è allo stesso tempo tremendo e bellissimo. L’improvviso spegnimento del motore genera un caloroso applauso del pubblico. L’auto è pronta per lo spettacolo della domenica grazie all’ ottimo lavoro di ingegneri e meccanici.

La domenica mattina ha proprio l’oro in bocca e l’autodromo vestito a festa si prepara al grande spettacolo della Formula 1.

Siamo tutti pronti, ognuno al suo posto e con il suo specifico ruolo. Le Formula 1 storiche vengono svestite dei teli e i loro sgargianti colori rubano la scena. La verdissima Jaguar R3 affianca due meravigliose Benetton b197 ex Fisichella e ex Wurtz, due Toro Rosso sfoggiano la loro bellissima livrea dipinta e la Minardi strizza l’occhio alla verdissima Leython House. Sono davvero tantissime ed ognuna suscita un ricordo particolare. Tra due ali di folla le monoposto vengono spinte a mano verso l’entrata della pista. Il pubblico entusiasta ci accompagna in questa fantastica processione. In testa al gruppo la regina.

Alla vista di Sebastian Vettel il pubblico lo saluta con un’ovazione. Il momento è solenne e il pilota si cala nella monoposto. Pochi istanti ed è già in pista. Il giro sembra interminabile e il pubblico segue in silenzio la monoposto che affronta curve e rettilinei, Sebastian impugnando le due bandiere alza il braccio per salutare i tifosi. A fine giro la Mclaren conclude con dei bornout a ruote fumanti. Il pilota scende, adagia le bandiere sulla monoposto e si inginocchia. Impossibile trattenere le lacrime, il pubblico si stringe idealmente attorno al campione che togliendosi il casco non riesce a trattenere l’emozione.

Si conclude così il nostro Gran Premio molto particolare, una gara nella gara fatta dell' impegno di uomini e donne per raggiungere un unico scopo: NON DIMENTICARE!

E noi non dimenticheremo!

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Fabrizio Pagotto per www.autoavio.eu

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